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Il volume indaga il concetto di differenza e ripetizione in Giorgio Morandi (Bologna, 1890-1964) e Vincenzo Agnetti (Milano, 1926-1981), due artisti di indiscutibile centralità nella storia dell'arte contemporanea. L'accostamento tra due protagonisti tanto diversi e tanto raffinati, che potrebbe di primo acchito apparire azzardato, rivela una brillante e sorprendente solidità, lasciando sorgere una dialogo particolare, fatto tanto di distanza quanto di vicinanza, fra due maestri lontani anagraficamente e poeticamente e tuttavia vicini nella ricerca e nella spinta espressiva - l'uno attraverso le nature morte, l'altro attraverso interventi sul linguaggio - che ha reso ciascuno dei due un punto di riferimento nel panorama artistico internazionale. Il volume, introdotto da un testo critico del curatore, è completato da apparati biografici.