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Il volume offre una panoramica ricca ed esaustiva sull'età del Barocco nel territorio di Novara, attraverso la presentazione di opere realizzate tra il 1630, anno dell'arrivo della peste nel nord Italia, e il 1738, anno in cui il territorio del novarese passa ai Savoia. La produzione artistica locale, che subisce una battuta di arresto a seguito del diffondersi del morbo, evidenzia una ripresa solo a metà del secolo successivo con Antonio Busca e Dionigi Bussola, promotori della Seconda Accademia Ambrosiana, Gianoli, Giorgio Bonola, Giuseppe Zanatta, mentre sul lago Maggiore, grazie ai floridi interessi dei Borromeo prospera la pittura di impronta milanese. Verso la fine del XVII secolo personalità singolari traghetteranno il novarese verso il nuovo secolo: Filippo Abbiati, Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone, Federico Bianchi, narratori esperti che, nei guizzi delle loro pennellate svelte, daranno il la ai filamenti luminosi del Settecento. Il volume, introdotto da un saggio di F. Gonzales e A. Bava, è completato da apparati bibliografici.