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L'opera di Charles Percier e di Pierre François Léonard Fontaine costituisce uno dei legami più importanti che si vennero a creare fra Francia e Italia alla fine del Settecento e all'inizio dell'Ottocento. I due francesi - che come da tradizione avevano compiuto un viaggio di formazione a Roma sostenevano un classicismo addolcito, fondato su un processo di assimilazione, che conciliava il modello rinascimentale - in particolare quello dei palazzi e delle case del Cinquecento - con il genius loci, le risorse locali e le scelte del committente. Sono questi scambi incrociati, attorno agli studi e all'opera degli architetti di Napoleone, che sono al centro di questo volume, che riunisce i contributi di esperti dell'Italia e della Francia nel periodo fra il 1780 e gli anni Venti dell'Ottocento, accompagnati da saggi firmati da specialisti del Rinascimento e dedicati alla percezione del grande patrimonio architettonico del Cinquecento da parte dei due francesi. Inoltre, il libro mette a confronto numerosi documenti inediti che arricchiscono la nostra conoscenza del periodo e del percorso di Percier e Fontaine, aprendo nuove ipotesi di analisi che consentirebbero di rinnovarne l'approccio.