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Ispirata dalla visione della statua equestre della Cattedrale di Bamberga, la ricerca di Marino Marini sugli uomini a cavallo ha inizio tra il 1935 e il 1936. Dopo una fase preliminare, in cui il tema è esplorato insieme ad altri, è a partire dall'immediato dopoguerra che l'indagine sui cavalieri prende il sopravvento, contribuendo a definire in maniera decisiva una parabola formale di straordinaria intensità e coerenza, in linea con le più aggiornate ricerche internazionali e allo stesso tempo profondamente originale. Dalla creazione di figure archetipiche, di etrusca memoria, attraverso un processo di progressiva compressione delle masse, fino alla scomposizione geometrica delle figure, la vicenda dei cavalieri di Marini costituisce uno dei momenti più alti nella storia dell'arte italiana del Novecento. Un cammino che qui viene ripercorso, oltre che per mezzo di un'antologia critica e di un ricco apparato di immagini, attraverso una serie di nuovi studi dedicati agli esordi della ricerca sugli uomini a cavallo, alla figura dell'artista umanista negli anni della guerra fredda e all'uso del colore nella produzione plastica.