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'Nazionalismo e internazionalismo nell'architettura moderna' in Svizzera narra l'avventura della modernità a partire dalla fondazione napoleonica del Paese. La costruzione del territorio nazionale conferisce alla SIA (Società degli ingegneri e degli architetti) un ruolo da protagonista. Il razionalismo incontra il modello romantico dello chalet, emanazione amorosa della saga alpina. In opposizione al turismo, l'azione deleteria di poeti e romanzieri stigmatizza il cosmopolitismo e fonda la denuncia razzista dell'intrusione straniera. La lotta ideologica si rafforza tra la prima e la seconda guerra mondiale, dall'Esposizione nazionale di Berna (1914) a quella di Zurigo (1939). I protagonisti svizzeri dell'avanguardia internazionale cercano di sconfiggere i campioni locali delle "avanguardie reazionarie". Stampato in quantità omeopatica nel 1975, il libro apparve a Losanna presso la casa editrice L'Âge d'Homme. Pur se molto citato, venne poco letto. Ora, quest'esumazione filologica ne fa un secondo avatar. La traduzione snella dell'architetto e storico Filippo De Pieri, docente al Politecnico di Torino, trasmuta il bianco e nero della versione francese in un racconto policromo. Il giallo della copertina corrisponde al blasone efficiente delle Poste svizzere, servizio fondamentale non ancora thatcheriz-zato, malgrado l'ideologia dominante nel Paese, ereditata da Paperon de' Paperoni.