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Se è vero che bisognerebbe mangiare per vivere, e non vivere per mangiare, è innegabile che il cibo abbia assunto nella storia dell'umanità un ruolo che va ben oltre il puro sostentamento, caricandosi di valenze che lo hanno reso oggetto di riflessione in innumerevoli discipline, e naturalmente anche nell'arte. Il volume, edito in occasione di una mostra ospitata a San Donà di Piave, intende così analizzare la rappresentazione, l'uso e il significato del cibo nel grande alveo della pittura veneta tra Ottocento e primo Novecento, un secolo significativo che, accanto a una crescita della disponibilità degli alimenti, ha visto anche gravi carestie e contrapposizioni sociali. In particolare, il tema della natura morta - con l'ampio corredo simbolico implicito al genere - viene affiancato dalla raffigurazione di scene conviviali attraverso una selezione di cinquanta opere tra inizi Ottocento fino al primo decennio del Novecento, provenienti da collezioni museali e da privati. L'intento è ripercorrere, nel corso di un secolo che ha portato un rapido mutare dei costumi alimentari, il succedersi di usi e rituali legati al cibo, sia nella civiltà contadina che nelle città, dalle Alpi al mare. Il catalogo, con i saggi di Diego Arich de Finetti, Annalia Delneri, Susanna Gregorat, Maria Masau Dan, Isabella Reale e Lorenza Resciniti, è completato dalle biografie degli artisti e da apparati bibliografici.