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Bernini, Quercino, Orazio Gentileschi, Valentin de Boulogne, Baciccio, Carlo Maratti, ma anche Caravaggio con il San Francesco di Udine, autografo o copia antica? I più importanti rappresentanti dell'arte italiana del Seicento sono stati riuniti in occasione di questa iniziativa che Vittorio Sgarbi, affiancato da un nutrito comitato di studio, dedica a San Severino, nell'Alto Maceratese, come primo appuntamento di un progetto di respiro più ampio che intende, nel corso dei prossimi anni, affrontare il tema dell'arte del XVII secolo anche nelle altre province delle Marche al fine di giungere a una visione di insieme che riserverà grandi sorprese. Novanta opere fra dipinti, sculture e oreficerie destinate alle chiese e ai palazzi del vasto territorio che da San Severino, toccando Macerata, Camerino, Matelica e Fabriano, si inoltra verso l'Appennino umbro-marchigiano, fino a raggiungere i finitimi territori dell'Umbria dai quali provengono due capolavori del Pomarancio. Luoghi che oggi potrebbero apparire remoti, eppure nel Seicento erano capaci di attirare i maggiori artisti del secolo. Un percorso che tocca anche due importanti chiese di San Severino Marche, i santuari mariani del Glorioso e della Madonna dei Lumi (prima chiesa eretta dai Filippini dopo quella della Vallicella a Roma) che con i loro imponenti apparati decorativi ci offrono un quadro complessivo dell'aggiornamento culturale di committenti e devoti della Provincia Pontificia.