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Mattia Bortoloni (San Bellino 1696 - Milano 1750) è stato uno dei protagonisti della pittura veneta del Settecento e la sua fama in vita, che lo portò a ricevere commissioni di grande prestigio oltre che a Venezia anche a Milano, Bergamo e Torino, e direttamente proporzionale al silenzio che per oltre due secoli ha avvolto questo artista originale ed estroso. Moderno tra i moderni, Bortoloni seppe adottare il linguaggio creato dai principali maestri dell'inizio del secolo, dimostrando però di esserne lontano spiritualmente: mentre nell'opera di tanti pittori, infatti, la composizione viene offerta all'osservatore come cosa seria, realmente accaduta, egli cerca invece di far comprendere che la scena è una divertente invenzione dell'autore, recitata da attori che beffeggiano i personaggi da loro stessi rappresentati. Accanto ai capolavori del maestro polesano, il volume propone una selezione di opere di altri pittori che, in vario modo, hanno contribuito alla sua formazione e maturazione, o che sono stati protagonisti del dibattito critico che lo ha riguardato negli ultimi decenni. Ne scaturisce uno sguardo ampio e coinvolgente sulla pittura del Settecento, che scorre da Lazzarini a Bellucci, da Dorigny a Bencovich, da Balestra a Pittoni, da Tiepolo a Piazzetta, fino a Crosato e Sebastiano Ricci.