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Piermatteo D'Amelia è da considerarsi uno dei grandi maestri del Rinascimento in Umbria, riscoperto nel 1953 grazie a una felice intuizione attributiva di Federico Zeri, che permise di riconoscere la sua mano in un corpus di opere rimaste a lungo anonime. Questo volume monografico si propone dunque di restituire alla storia dell'arte un protagonista di primo piano nel panorama artistico del secondo Quattrocento, che il progresso degli studi sulla pittura umbra del Quattrocento e sulla figura di d'Amelia in particolare, hanno permesso di mettere debitamente a fuoco. Piermatteo di Lauro de' Manfredi nato ad Amelia intorno al 1448 e morto dopo il 1506 - formatosi con Filippo Lippi e successivamente nella bottega del Verrocchio, entra a far parte, ormai artista formato, del sodalizio di pittori guidati da Perugino, a cui viene affidata la decorazione della cappella Sistina in Vaticano. Con l'elezione di Alessandro VI, Piermatteo diventa artista di primo piano nella corte papale, ottenendo titoli e privilegi e lavorando intensamente per varie commissioni fra le quali la decorazione dell'Appartamento Borgia. Oltre all'impegno nei cantieri romani si ricordano, in Umbria, i suoi lavori per il duomo di Orvieto (1480-1481), per gli Agostiniani di Orvieto (1482) e i Francescani di Terni (1483). Il catalogo, edito in concomitanza di una mostra, è corredato da numerosi saggi critici dedicati al pittore e al contesto in cui operò, e si propone come la monografia più completa sull'artista.