Tab Article
Monte Vidon Corrado non è solo il luogo di nascita di Osvaldo Licini, ma la sua dimora elettiva: ha scelto questa dimensione di quiete, questi spazi naturali così evocativi, con i profili collinari sovrastati dall'immensità del ciclo in cui ogni notte sembra rinnovarsi l'enigma del cosmo. Il suo percorso esistenziale e artistico, tranne gli anni dell'Accademia e alcuni importanti viaggi in Francia e in Svezia, si è svolto interamente in questa terra che è stata fonte di ispirazione in tutte le fasi della sua attività artistica, da quella figurativa a quella delle liriche geometrie astratte, alle creature fantastiche, misteriose, beffarde che animano i "cicli della fantasia" spalancati sopra inquietanti paesaggi antropomorfi. Il volume indaga le radici dell'arte liciniana, il rapporto col territorio: il contesto socio-economico e culturale di formazione, la famiglia d'origine, gli anni impetuosi dell'Accademia di Bologna; ripercorre la geografia personale dell'artista e il valore di "laboratorio d'arte sperimentale" della sua casa di Monte Vidon Corrado. Ne tratteggia il profilo politico e l'impegno come sindaco nel dopoguerra e raccoglie la preziosa testimonianza dell'amico Luigi Dania. La fase figurativa degli anni venti viene letta attraverso dipinti poco noti, attraverso le sue segrete carte, in cui si fondono disegni, schizzi, bozzetti con scritti, annotazioni, poesie, e attraverso l'epistolario da cui emergono gli affetti, l'ironia e gli interessi culturali.