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Il 20 febbraio 1909, il quotidiano francese "Le Figaro" pubblicava il Manifesto del Futurismo, un testo di portata dirompente che creò sconcerto tra i contemporanei attirando l'attenzione su un gruppo che fu senza dubbio il primo movimento d'avanguardia consapevole e strategicamente orientato, fondato con il preciso obiettivo di superare il rapporto statico e ormai esaurito tra arte e cultura dominante, per creare le premesse di un futuro in cui le forze del Nuovo potessero finalmente emergere senza riserve. L'impulso a una rivolta che smantellò con gusto provocatorio valori e tradizioni accreditati venne dall'Italia, dove lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti, sulla scia di un disegno tanto innovativo quanto radicale, stilò l'ardito programma futurista che nel corso dei trentacinque anni successivi venne sviluppato e declinato in una molteplicità di varianti e nuove articolazioni. Giovanni Lista conduce una appassionante analisi a tutto campo (qui pubblicata in un volume bilingue, italiano-tedesco) che si caratterizza ricchezza dei materiali, ampiezza dei contenuti e qualità dell'esegesi scientifica. L'autore non si limita a fornire una nuova lettura del contesto politico, ideologico e personale in cui il futurismo nacque e si sviluppò né a illustrare le sfaccettature dei vari generi esplorati dai futuristi ma descrive anche nei particolari i numerosi impulsi creativi che vennero dalla rivoluzione futurista e che esercitarono un'influenza rinnovatrice su quasi tutti gli aspetti della vita reale.