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Un libro di architettura, e quindi un libro di sogni e di sentimenti. L'ombelico è il luogo dove questi sogni nascono. Al suo interno si muovono, con apparente libertà, sentimento, corpo e tecnica, dialogando faticosamente e inaspettatamente tra loro. L'immagine sintetica che scopriamo in questo ombelico è un grande edificio collettivo, composizione di molti progetti di 5+1AA. Questo luogo collettivo è fatto di concatenazioni di spazi: spazi intermedi, spazi monumentali, spazi secondari, percorsi, meraviglie e banalità. Sette donne attraversano questo edificio collettivo, lo leggono e lo restituiscono secondo i loro sentimenti prevalenti, che sono dichiarazioni di intenti, di volontà, di schieramento contro il conformismo. Le parti del corpo sono i luoghi di questo sentire, sono gli elementi che mettono in contatto sentimenti e spazi architettonici: costruiti, progettati, immaginati, sognati. La tecnica è ciò che asseconda e accompagna il destino di questi progetti, il destino di essere costruiti, o di non esserlo. Il destino di felicità e di dolore. La tecnica contiene le regole, che vanno condivise per essere violate. L'architettura è un fatto del presente, non dell'attualità. L'architettura è un fatto collettivo, che vive di regole. Il progetto vive di regole. Sfidarle, violarle, contravvenirle, portarle fino al limite di rottura è la missione romantica dell'equipaggio del sottomarino 5+1AA.