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Secondo la teologia cattolica medievale, l'Empireo era il più alto dei cieli, luogo della presenza fisica di Dio, dove risiedevano angeli e anime beate. In maniera apparentemente provocatoria Nicola Bolla (Saluzzo, 1963) attribuisce questo nobile epiteto all'immagine triviale rappresentata dalle sue sculture, che fanno pensare a quanto di più materiale ed escatologico possa esserci, il rifiuto corporale, metafora della componente fisica che schiaccia l'uomo verso la terra anziché elevarlo al cielo. Rievocando il più famoso Ready Made di Marcel Duchamp, l'Orinatoio, Bolla va oltre, estrapolando l'oggetto dal suo contesto originario per destinargli una funzione sconosciuta, ovvero quella di essere toccato, ammirato e desiderato, in virtù della preziosità dei cristalli Swarovski con cui è realizzato. Nel contrasto tra apparenza e sostanza, sontuosità e caducità, luce e ombra, Bolla restituisce così all'oggetto il pieno diritto a essere considerato opera d'arte e non semplice "cosa" prelevata dal reale. Il lavoro di Bolla è presentato in questo catalogo, che accoglie un testo critico di Luca Beatrice e apparati biografici.