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La "Risurrezione" dell'artista argentino Ricardo Cinalli nella Cattedrale di Terni segna un unicum nella storia dell'arte sacra perché collocata sul retrofacciata dell'edificio, tradizionalmente occupato da dipinti o affreschi aventi come soggetto il "Giudizio universale". Il cambiamento di prospettiva, da "Giudizio finale" a "Risurrezione", indica una visione teologica carica di speranza per l'uomo contemporaneo, perché pone al centro del dipinto l'azione di una salvezza sempre in atto che il Risorto, Gesù Cristo, offre a tutti. La sua energia carica d'amore attrae tutti coloro che vivono nel buio della non conoscenza, prigionieri della loro solitudine. La tristezza e la solitudine infatti trascinano la persona umana verso un abisso da cui difficilmente si esce da soli. Non è dunque raffigurata una separazione tra buoni e cattivi, ma una proposta di adesione a quell'amore che tutti salva senza distinzione etnica, culturale o identitaria. La sottolineatura della carnalità plastica delle persone e del Cristo di Cinalli sta a indicare la potenza e la forza della Parola di Dio che, fatta carne, solleva e riscatta la persona umana dalle sue debolezze.