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Francesco Federico Mancini traccia, in questo ampio volume il profilo di un grande protagonista della pittura italiana, ovvero Bernardino di Betto detto Pintoricchio, nato a Perugia nella seconda metà del Quattrocento. Chiamato anche Sordicchio perché sordo e minuto di corporatura, fu uno tra i primi allievi di Perugino, e già dai contemporanei venne considerato celeberrimus pictor. Sulla fortuna dell'opera di Pintoricchio a lungo pesò, per la verità, il confronto col grande maestro, condizionato dall'ingombrante, ancorché autorevole, giudizio di Giorgio Vasari che puntava a esaltare la figura di Perugino screditando il gusto arcaicizzante e la profusione di orpelli decorativi dell'allievo. La critica moderna, libera da pregiudizio e forte di una vasta letteratura che ha saputo mettere in luce le diverse qualità del pittore, può riconoscere nell'artista un attento e sensibile interprete del suo tempo, autore, brioso e immaginativo, di grandi capolavori: fra questi si ricordano gli affreschi per la cappella Bufalini all'Aracoeli, la decorazione dell'Appartamento Borgia in Vaticano, la Cappella Baglioni in Santa Maria Maggiore a Spello o la Libreria Piccolomini a Siena. Il volume, corredato da numerose immagini a colori, è completato da apparati biobibliografici.