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Composta di circa 270 opere e divisa in 5 ampie sezioni, la mostra per la prima volta in Italia tratteggia l'importante vicenda della nascita del paesaggio impressionista. Facendolo però da un punto di vista molto più dilatato e così storicamente fondato. Infatti, la prima sezione indicherà, attraverso l'opera di Constable e Turner, le maggiori preesistenze in Europa, al di fuori della Francia, nei termini della più elevata qualità quanto a una nuova interpretazione del paesaggio. La seconda sezione, intitolata Dall'Accademia al primo plein air, intende illustrare l'evoluzione del paesaggio da fondale scenografico, luogo in cui accadono le storie della Mitologia e delle Sacre scritture, a genere in cui la natura, pur non assumendo mai quella rilevanza che, negli stessi anni, le era propria con l'opera di Constable e Turner, viene consapevolmente studiata dal vero da pittori come Granet, Constantin, Valenciennes e, naturalmente, Corot. Nella terza sezione, intitolata Da Barbizon al primo paesaggio impressionista, si avrà modo di misurare quale fu la vera, incredibile novità introdotta da quei pittori, i cui esordi sono da ricondurre ai primissimi anni trenta, riconosciuti come gli artefici di una rottura che segna la fine dell'ascendente teorico ed estetico del paesaggio classico.