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Il libro è dedicato a Giuseppe Borella, protagonista di un'esposizione che vuole essere non solo un omaggio a un artista che, in vita, non ha mai voluto considerarsi pittore di professione nonostante il grande apprezzamento che i suoi quadri hanno sempre ottenuto dalla critica e dal pubblico, ma soprattutto un tentativo di storicizzazione della sua opera che, vasta e coerente, merita oggi di essere adeguatamente riletta. Giuseppe Borella (La Spezia, 1921-1998) si è dedicato alla pittura di paesaggio, con una fedeltà di sguardo e di pittura giustamente definita "morandiana", per quella volontà di conoscenza profonda di un solo soggetto, costante e sempre nuovo a un tempo, che è proprio il paesaggio della sua terra. Il volume accoglie un saggio introduttivo di Marzia Ratti, una conversazione con Renzo Borella , figlio dell'artista, e due interventi di Sergio Fregoso e Valerio P. Cremolini. Il catalogo delle opere è seguito da una breve antologia critica e da apparati bio-bibliografici.