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Ortega Y Gassett affermava che certe ispirazioni ideali si impadroniscono degli uomini fra i venticinque e i trent'anni della loro vita e, da quel momento, non li lascia più. Questo volume è una testimonianza di come ciò sia accaduto all'autore a proposito dell'idea guida della soggettività umana intesa come "universale", cioè come punto di vista trascendentale dal quale guardare alla multiforme realtà della storia, per darne una valida interpretazione. In altra parole il soggetto è visto non come anima-sostanza, bensì come il prodotto di un'operazione costitutiva della "presenza umana". Quest'idea nata inizialmente da una lettura critica di Benedetto Croce e dei testi dello storicismo assoluto, si è venuta confermando e sviluppando attraverso un processo durato oltre cinquant'anni di ininterrotta riflessione, condotto in una prospettiva interdisciplinare. Lo sfondo esistenziale personale sul quale si è iscritto questo processo di pensiero - sfondo caratterizzato dall'esperienza direttamente vissuta dall'autore (guerra, viaggi, accademia e insegnamento universitario) - è solo accennato nel testo per quegli aspetti che hanno avuto un'influenza sul prodursi di quei dubbi ed interrogativi dalla cui risposta vive in concreto il pensare. Ha preso così forma, nel corso degli anni, una visione complessiva della vita.