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Un argomento terribile (il coronavirus, vocabolo che nel libro non viene mai nominato) raccontato attraverso dieci racconti brevi e densi. Scritti utilizzando appieno gli strumenti della fantasia e della poesia, i racconti toccano elementi concreti (gli obblighi di lontananza all'aperto, le regole di igiene e di controllo, la didattica a distanza) ed elementi più psicologici e culturali: la solitudine, la psicosi, il bisogno di prossimità e di ritorno a quell'esistenza per noi più consueta - "normale" - sul cui destino, allo stato attuale, non è ancora possibile fare previsioni certe. Sullo sfondo, un inno al piacere e all'immanenza di questa cosa strana e meravigliosa - la vita, e con essa la libertà - che è parte integrante del nostro tratto più biologico e umano.