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"Un abito chiaro" è uno sfogo, un accavallarsi di pensieri, domande tante e risposte pochissime, in prosa e in musica, in immagini, in secondi sospesi, in battere e in levare. Partire dalle cose più piccole, più private, più banali, normali, comuni per dire della strage di Ustica senza farsi soffocare dalla commozione e dalla retorica che dopo quarant'anni pesa su tutti noi, sulla nostra comunità di uomini e donne che misura da una parte la propria precarietà sulla difficoltà di sapere, di districarsi in un ammasso contorto di misteri e depistaggi, e dall'altra la testarda e alla fine fruttuosa volontà di sapere, di avere giustizia. Pochissime risposte, parole che si aggiungono a un libro con ormai troppe pagine, ma che vogliono indicare anche le strade virtuose che donne caparbie e uomini instancabili hanno tracciato per non perdere la speranza della giustizia e del diritto.