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Rinnegando le onde, risorsa incredibilmente negletta perché considerata foriera di sciagure e di fastidi. E facendoci scadere a paese dei campanili dalle tante rivalità intestine. Col rischio di precipitare nell'irrilevanza o, peggio ancora, a trasformarci nella preda altrui. A complicare le cose c'è la trasformazione del (fu) mare nostrum da bacino incuneato fra le terre di Europa, Africa e Asia a via acquatica di collegamento fra le masse oceaniche. Dunque mera sezione locale di un sistema d'estensione planetaria dispiegato dall'Atlantico all'Indo-Pacifico, dove si deciderà la partita per l'egemonia planetaria fra Stati Uniti e Cina e in cui presto potremmo esser chiamati a recitare una parte anche noi. Navigando molto, molto lontano dai mari di casa, fin dentro al cuore incandescente del Mediterraneo asiatico. Questi i temi affrontati dal volume. Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista. Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili. L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.