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"Prima di una serie di quattro discorsi incentrati sulla figura di Diogene di Sinope, l'orazione VI di Dione Crisostomo sviluppa il confronto, inatteso e paradossale, tra il celebre filosofo e il Re di Persia sul tema della felicità. Contro le più ovvie attese e la vulgata che vorrebbe la beatitudine dipendere dall'appagamento materiale, Dione celebra la laeta paupertas del filosofo e smaschera con tono irriverente le miserie del tiranno che, pur invidiato e ammirato dalla massa, vive in perenne ambascia, incapace di godere appieno dei propri privilegi. Oltre i luoghi comuni del potere e del progresso, Diogene riafferma la centralità di una umanità capace di vivere in armonia con la natura, in pace con sé stessa, parca, libera e felicemente anarchica. (...)"