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'Questo libro indaga la formazione e lo sviluppo del romanzo storico italiano degli anni Trenta del Diciannovesimo secolo, nel periodo di massima espansione e successo del genere, fra la ventisettana e la quarantana manzoniane da un lato e il romanzo di Nievo dall'altro in un momento storico di cruciale importanza del Risorgimento italiano. Attraverso la lettura critica e testuale di quattro romanzi di autori come d'Azeglio, Grossi, Guerrazzi e Cantù, si dimostra come questo genere 'minore' abbia una sua vitalità e rilevanza al di là della semplice aderenza ai modelli italiani ed europei. L'interpretazione dei romanzi alla luce degli scritti teorici e letterari degli autori permette di gettare una nuova luce sulla fabrica e sulla progettazione troppo spesso liquidate come prive di spessore o imitazioni estere. Nel corso dell'analisi si mette in evidenza come elementi di originalità e di amor patrio si combinino nella scrittura di opere che andrebbero rilette e valorizzate in un rinnovato sforzo di comprensione del nostro passato prossimo.'