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Scritto in condizioni disperate (in clandestinità, pochi mesi prima del suicidio in carcere), il Saggio di un quadro storico dei progressi dello spirito umano resta l'espressione più audace ed esemplare di una concezione della storia come progressivo trionfo della ragione. «La natura non ha posto alcun limite al perfezionamento delle facoltà umane», scrive Condorcet, che vede nella storia un'inarrestabile marcia verso il progresso, il rischiaramento, la sconfitta della superstizione e dell'ignoranza. Si tratta di una concezione che sarebbe stata poi sottoposta a innumerevoli critiche e revisioni, ma che ebbe una funzione dirompente nello scalzare la visione cristiana della storia come processo di degradazione e di perdita. Riletto oggi, questo affresco generoso e utopico, che affronta l'intera storia dell'uomo suddividendola in dieci grandi epoche e tentando di individuarne le leggi di fondo, appare come uno straordinario testamento, non solo del suo autore, ma di un'intera epoca.