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Le famiglie ormai separano il proprio livello dei consumi, delle spese e degli investimenti dal reddito, e le banche, da quando i tassi di interesse si sono ridotti, sono più propense a concedere prestiti non solo per l'acquisto di immobili, ma anche per finanziare beni di consumo durevole e, addirittura il consumo corrente delle famiglie stesse. L'indebitamento è divenuto, cosi, una prassi consolidata per il 98% della popolazione. Chi possiede un reddito adeguato si rivolge alle banche, altri devono ricorrere a intermediari finanziari particolarmente esosi e agli usurai. L'autore ricostruisce i recenti eventi proponendo la sorprendente attualità dei cicli novennali già utilizzati dall'economista russo Nicolaj Kondrat'ev e che consentirebbero oggi di prevedere un crollo del sistema entro il 2010. E approfondisce, di tale situazione, le conseguenze per la politica - ormai lontanissima dai cittadini - e per le strategie industriali, sempre meno capaci di fronteggiare l'agguerrita concorrenza internazionale.