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Furio Colombo riflette sullo stato del giornalismo italiano "bruciato" dalle pesanti interferenze politiche e dalle imprese editoriali sempre più coinvolte o spinte in progetti e interessi estranei all'editoria, e anzi in contrasto con essa. Introduce la definizione di "post giornalismo", ovvero di un'epoca segnata da notizie che non nascono dalla realtà dei fatti, ma da decisioni o esigenze di centri di potere che guidano la parabola delle notizie e ne decidono la scomparsa. Il meccanismo perverso di spettacoli detti talk show amplifica e impone nascita, sviluppo, dominio e cancellazione di notizie artificiali o nate dalla deformazione dei fatti fino a ridurli al materiale desiderato. È una storia dei nostri giorni, che spiega l'impressione di disorientamento e di caos che tormenta i cittadini e toglie fiducia agli elettori.