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Autonomia e funzionalità della mente umana sono fra le categorie che Shakespeare indaga con più creativa ferocia, demistificando nel vivo dell'azione drammatica la mitologia rinascimentale della persona. Re Lear impazzisce, ma solo nella sua pazzia ritrova il senso della realtà e del limite, che quando era ufficialmente sano di mente veniva fagocitato dal mito fiabesco della sovranità. L'anima di Otello è preda dalla parola falsa e calunniosa di Jago, ma l'amore di Otello per Desdemona resta una fortezza inespugnabile. Gli innamorati del "Sogno di una notte di mezza estate" sono guidati dall'azione magica di un folletto, non più leggera e infondata tuttavia di quanto non sia la loro stessa incostanza. Amleto è più sottilmente coinvolto in questa tematica: ciò che invade e determina la sua esistenza è un modello paterno tanto venerato quanto irraggiungibile nella corruzione dei tempi che conferiscono credito all'assassino. Esaminando le strutture tematiche di queste opere, Paduano punta a far emergere i valori essenziali dell'esperienza teatrale intesa come autocoscienza del vivere.