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Il pensiero di Pascal e dei "messieurs" di Port-Royal rappresenta un momento di particolare acutizzazione dei conflitti tra potere religioso e potere politico. La teologia giansenista si traduce, infatti, in pratiche di controllo del corpo sociale e del corpo dell'individuo direttamente alternative a quelle del potere politico. La teologia e l'etica di Port-Royal portano alle estreme conseguenze, e in modo esemplare per le religioni monoteiste, le contraddizioni interne della comunità religiosa che si fa istituzione e che sviluppa un discorso politico e una disciplina in contrasto con l'autorità civile, tentando così di imporre la propria egemonia al corpo sociale e politico. In altri termini, nel conflitto tra teologia giansenista e ordinamento giuridico e sociale secolare si ripropone l'eterna domanda dell'appartenenza dell'individuo: si è prima fedeli e poi cittadini o invece l'appartenenza alla società civile orienta anche le credenze religiose? Le risposte di Port-Royal a questa domanda appaiono particolarmente significative anche per la nostra attualità.