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"Sogni provvisori" è un'agenzia per il lavoro che propone mansioni temporanee e improbabili come progettista di banane, tatuatore di cinghiali, demolitore di entusiasmi. Per sopravvivere a lavori così serve un po' di sana cattiveria, quello sguardo distaccato e cinico che permette di restare un metro al di sopra delle proprie disgrazie. Questo è lo sguardo di Elettra, perennemente precaria, opportunista, pronta a esplodere alla minima provocazione. Ce n'è per tutti, perché Elettra non è politically correct, non ha peli sulla lingua, aspetta solo l'occasione giusta per dire quello che pensa, e magari qualcosa di più. Ha le sue teorie, le sue psicosi, i suoi discorsi sconclusionati e un modo tutto suo di catalogare le persone... Eppure non sbaglia un colpo, quando mette il dito nella piaga del lavoro, o meglio di quella versione infernale che è il lavoro precario, quello delle agenzie, dei tappabuchi, dei rimpiazzi, dello sfruttamento; o quando demolisce pezzo per pezzo l'ipocrisia dei tecnicismi, delle gerarchie, della burocrazia, delle maschere... Elettra è un'incontentabile, sfrontata e cinica sfigata. Eppure, a suo modo, tremendamente vera e adorabile. Non si impara dai propri errori, si diventa solo consapevoli della propria inadeguatezza.