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Nei racconti il filo conduttore è la solitudine, raccontata con una punta di ironia. Solitudine reale ("Un blue monday speciale"), come fiaba ("L'ultimo valzer") o imposta dalle necessità ("I peccati di San Valentino"). Ci sono poi i solitari dell'intelletto ("Il bibliofilo") e l'amante perduto ("Diario Veneziano") fino alla solitudine della povertà ("Il tesoro segreto") che vedrà un'insperata soluzione. Anche i 28 haiku sono un gioco e si basano su una stagione, 17 sillabe, un'immagine che rinvii al destino all'alternarsi del buio e della luce. Su tutto la ricerca del Bello, inteso come "sacro" in senso di pienezza, di offerta, di donazione di sé in nome di qualcosa di più alto. Senza mai dimenticare l'aspirazione all'amore.