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Il decreto-legge n. 149 del 2013 ha costituito uno spartiacque nella storia istituzionale italiana: dopo quasi quarant'anni di finanziamento pubblico si è optato per il ritorno a un modello di finanziamento della politica fondato prevalentemente su contribuzioni private. Di qui l'esigenza, ormai ineludibile, di riportare ai princìpi costituzionali un ambito che non ha finora suscitato abbastanza interesse negli studi giuridici. Come definire lo statuto costituzionale del finanziamento privato della politica? Quali sono le categorie teoriche di fondo da interpellare e quali le applicazioni pratiche che ne discendono? Il volume tenta di rispondere a queste domande adottando una prospettiva di indagine ad ampio raggio, attenta alle esperienze di altri ordinamenti, e seguendo un approccio alternativo a quello tradizionale, incentrato unicamente sull'analisi della disciplina dei partiti politici. La sfida che si presenta al giurista di oggi consiste infatti nel delineare una regolazione rivolta a tutti gli attori che, insieme ai partiti, compongono l'articolato sistema del finanziamento della politica. Da questa difficile prova dipende in buona parte la necessaria ricostruzione di un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.