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Un libro su Rousseau è importante oggi per tre motivi. In primo luogo, la tensione nelle democrazie occidentali tra le aspirazioni alla cosiddetta "democrazia diretta" e l'uso della rete nei processi di comunicazione sociale riportano al centro del dibattito teorico politico la possibilità di espressione della "volontà generale" e i suoi rischi. Populismo, uso diretto e non controllato dei social in politica, condizionamenti alla libertà di pensiero dei cittadini, "fake news": questi fenomeni, enfatizzati dalla rete e dal suo uso per fini particolaristici, costituiscono una delle sfide più radicali alle democrazie odierne. In secondo luogo, si è tornati a dibattere della sostenibilità per lo sviluppo tecnico, economico e scientifico e della necessità del ritorno ai limiti naturali per la vita umana e le sue Comunità: riprendere la ricchezza del pensiero di Rousseau appare un buon viatico per evitare scorciatoie e pericolose semplificazioni. Il libro ricerca il fondamento della convivenza sociale nella natura umana, libera e autonoma, capace di scegliere il bene comune, per il quale il singolo aliena i propri interessi individuali e particolari. Tesi netta, che pone alla base della democrazia il patto di accettazione della Comunità; di grande attualità nel dibattito globale sui nuovi paradigmi sociali ed economici, come la creazione di valore condiviso, l'ecologia integrale e l'economia civile. Infine, e ancora di più, allorché la libertà appare un bene da difendere dalla violenza del dispotismo e dell'asservimento tra persone, popoli, nazioni. L'uomo non può rinunciare alla sua libertà più di quanto possa rinunciare alla sua vita o alla sua dignità di essere umano, in nome di alcuna teologia politica.