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Gentildonna pistoiese, educata alla lettura e alla scrittura, tra il 1872 e il 1875 Clementina Biagini intrattiene una corrispondenza epistolare con Policarpo Petrocchi, pistoiese anch'egli, ma della montagna, docente di lettere in prestigiosi istituti educativi del Nord d'Italia. Il volume propone l'edizione e lo studio linguistico del carteggio: passate al vaglio dell'indagine storico-linguistica, le lettere fanno affiorare il profilo di una donna colta che nella seconda metà dell'Ottocento dialoga a distanza con un letterato, senza bisogno di intermediari. Viene così alla luce un vero e proprio laboratorio di scrittura in cui riflessioni di lingua, citazioni di autori e approfondimenti letterari alimentano il dialogo, elevandolo a luogo deputato alla riflessione e allo scambio intellettuale. Attraverso la ricognizione filologica dei manoscritti, la ricostruzione storica dei personaggi e l'analisi linguistica, il libro definisce il profilo di un personaggio a tutto tondo: Clementina appare non solo come un'amante appassionata che attraverso la scrittura dichiara i suoi sentimenti, ma anche e soprattutto come una figura determinante per la costruzione della personalità intellettuale di Petrocchi, uomo di cultura che nutre e affina il suo credo linguistico proprio grazie alla voce della gentildonna.