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Al suo arrivo in Libia, dove venne inviato da Mussolini in veste di nuovo Governatore, benché la sua missione si configurasse più come un "esilio dorato", Italo Balbo trovò una situazione politica e militare pacificata. Tale contesto gli consentì di avviare nella colonia nord africana le numerose iniziative che caratterizzarono la sua politica e aprirono una fase di radicali cambiamenti amministrativi, giuridici, religiosi, urbanistici e sociali. Tuttavia gli attriti con Mussolini, che sfociarono nel suo aperto dissenso alla proclamazione delle leggi razziali e alla dichiarazione di guerra a fianco della Germania, e le peculiarità proprie di una terra così complessa e diversa dalla madrepatria sul piano culturale, antropologico e geografico, impressero all'azione di Balbo una linea particolare, probabilmente non sempre fedele alle intenzioni originarie. Il volume, scritto dallo stesso autore sia in italiano che in arabo, prende in esame l'operato del Governatore ferrarese in Libia (1934-1940), volendo gettare luce sulle sue caratteristiche e contraddizioni da una prospettiva nuova e inedita: quella libica.