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Nell'attuale dibattito sulle strade di dialogo tra "le due culture", questo volume si pone come spazio di confronto per neurologi, cognitivisti, sociologi, letterati, narratologi, storici dell'arte su un tema specifico di crescente interesse e diffusione: la demenza senile. Patologia neurodegenerativa per le scienze mediche, il declino cognitivo si presta come tema e oggetto di studio anche per le scienze umane, lungo molteplici articolazioni polari: memoria/oblio, costruzione/perdita del sé, vecchiaia/ giovinezza, individuo/storia. Le carte epistemologiche si mescolano, di fronte a nuove, inderogabili sfide: l'accentuata asimmetria conoscitiva tra medico-paziente; la necessità di supportare i professionisti, ma anche i caregivers; la forza di alcuni stereotipi che catalogano il paziente con la conseguente esclusione dalle relazioni; la demenza come male sociale e l'intersezione di questa patologia degenerativa con altre emergenze economico-sociali; il ruolo dell'arte nell'accensione delle emozioni e dunque in vista di "risvegli" cerebrali-emozionali. In questa prospettiva, la Narrative Medicine può aprire nuove strade di metodo. Nell'era dell'embodiment, in una nuova e più problematica centralità delle emozioni e della corporeità, alla luce delle più recenti sperimentazioni, resta ancora molto da dire sul dialogo tra Evidence based Medicine e Narrative based Medicine. Per proporre una seconda generazione di Medical Humanities.