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La nota M. Tulli Ciceronis pro T. Annio Milone ad iudices oratio (la Pro Milone) ha rappresentato e tutt'ora rappresenta un chiaro esempio di invocazione dell'istituto giuridico della legittima difesa, attraverso il quale Cicerone tentò di salvare il suo assistito, accusato di aver ucciso Clodio. Tale brillante esempio di ars oratoria evidenzia in modo magistrale come già nel diritto romano la legittima difesa fosse un istituto giuridico conosciuto e fondamentale, al quale si faceva ricorso per la difesa della vita, dell'integrità e del pudore; con riferimento, invece, alla tutela della proprietà, la legittima difesa veniva ritenuta applicabile soltanto nei casi in cui riguardasse congiuntamente la salvaguardia della persona. Le radici storiche dell'istituto, dunque, testimoniano come esso venisse considerato, sin dall'antichità, un presidio di civiltà comune ad ogni ordinamento giuridico. Questi sono i presupposti storico-giuridici dai quali l'autore prende lo spunto in merito all'argomento della legittima difesa, che ha poi indagato ed esteso ai casi concreti di applicabilità dell'istituto giuridico ai praticanti di Pugilato e di Sport da Combattimento, tentando di fornire alcune risposte agli addetti ai lavori, e non solo, con l'auspicio di stimolare un dibattito intorno ad una tematica sempre attuale.