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Nel dibattito accademico l'approccio behaviorista è stato da tempo dato per morto. Oggi pochi studiosi si definirebbero behavioristi. Leggere gli scritti di John Watson, Edward Tolman e Burrhus Skinner è ormai passato di moda, tranne per gli specialisti del settore. Sembrerebbe quindi non avere più senso criticare il behaviorismo come avveniva quando dominava le scienze sociali oltre mezzo secolo fa. Questo libro mostra che nella pratica delle scienze sociali il behaviorismo è vivo e vegeto: esso ha lasciato molte tracce, fondendosi di volta in volta con gli approcci dominanti nelle varie discipline. Dopo aver ricostruito storicamente la nascita del movimento behaviorista, i suoi sviluppi in psicologia e le critiche mosse all'epoca da vari autori, l'autrice analizza in che modo tale approccio si sia radicato e quali forme abbia assunto nella pratica delle scienze sociali attuali: nella scienza politica, in sociologia, nelle scienze economiche e aziendali. Molti elementi che hanno fin dagli esordi caratterizzato il primo behaviorismo riemergono in opere che vanno oggi per la maggiore. Per mostrare queste tracce, l'autrice riporta diversi esempi nelle varie discipline che attestano una piena adesione, talvolta inconsapevole, all'approccio behaviorista.