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Lontano dalle ambiguità ideologiche del dispotismo illuminato, il pensiero giuspolitico di Francesco Mario Pagano (1748-1799) supera le frontiere dell'illuminismo riformatore, proiettandosi nell'orizzonte della rivoluzione. Sulla base di una dottrina giusnaturalistica dei diritti umani, la sua riflessione sul potere si articola in una concezione dello Stato come strumento di protezione degli individui, in una teoria del diritto penale come tecnica di garanzia della vita e della libertà personale, in una visione repubblicana della convivenza civile e della giustizia sociale. Nei suoi aspetti più originali, l'opera paganiana anticipa e prefigura le odierne dottrine del costituzionalismo e del garantismo.