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I diritti umani sono stati definiti una sorta di "esperanto" dell'umanità, una lingua franca cui affidare il difficile compito di far dialogare mondi e culture che, troppo spesso, vengono rappresentati in perenne conflitto tra loro. Essi però non trovano una definizione unanime nelle diverse culture e perciò si prestano a travisamenti e strumentalizzazioni che non fanno altro che allontanarli dal loro scopo. È necessario, dunque, esplorare il frastagliato universo dei diritti umani alla ricerca di un significato che possa effettivamente dirsi comune, prima di utilizzarli come tavolo degli attrezzi per un "dialogo tra i popoli". II presente lavoro, limitando il campo d'indagine ad una sola cultura, si propone di esplorare le concezioni dei diritti umani all'interno di quella vasta porzione di mondo che viene definito "islamico". In questa indagine un posto di preminenza è attribuito alla Shari'a (la Legge) che, se per molti rappresenta il maggiore ostacolo alla tutela degli standard internazionali dei diritti umani, per altri può trasformarsi, se supportata da una interpretazione "evolutiva", in uno strumento di modernizzazione e progresso sociale e legittimare una visione dei diritti umani che ha molti punti di contatto con quella cd. "occidentale".