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Chi si accosti all'esperienza giuridica dell'antica Grecia, si trova dinanzi uno scenario assai diverso da quello che il talento romano e una lunga tradizione ci hanno reso familiare: un mondo, per molti aspetti, decisamente "altro". Non una parola che designi il "diritto", non una vera scienza giuridica, non un chiaro discrimine tra diritto pubblico e diritto privato, quasi nessuna soluzione di continuità tra la pervasività del "politico" (e dell'etica che vi è connessa) e le tecniche del "giuridico". E tuttavia si tratta di un universo in cui presero vita straordinarie forme di razionalità, ingegneria costituzionale e analisi sociale: un'esperienza che avrebbe avuto, con l'antica Roma, una profonda osmosi culturale, e avrebbe poi esercitato un'influenza determinante sul nostro modo di concepire la vita dell'uomo entro una comunità. Questo libro intende offrire - a livello didattico, ma senza rinunciare al pensare per problemi - una ricognizione dei caratteri d'insieme che assunse la vita giuridica nelle antiche poleis (prima fra tutte Atene), e dei principali modelli che ne ha tratto il pensiero politico e giusfilosofico moderno, per poi soffermarsi su alcuni punti strategici in cui, seguendo accostamenti spesso operati già dagli antichi, il confronto con Roma risulta particolarmente significativo.