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Il volume nasce da una riflessione sul concetto di inter-esse, rivisitato nei suoi fondamenti originari ed inteso come "relazione tra l'uomo e il divino" e "relazione tra gli uomini", secondo l'interpretazione che di esso hanno dato Simone Weil e Hannah Arendt. Il fine è quello di svincolare tale concetto dall'interpretazione limitativa che la modernità gli ha attribuito, collegandolo esclusivamente all' ambito poietico e liberandolo da quello teoretico e pratico, ai quali, invece, le due scrittrici fanno riferimento. Attraverso l'individuazione comune della fondazione dell'interesse nel pensiero greco, platonico per la Weil e aristotelico per la Arendt, l'intento è quello di indicare alcune possibili "uscite di sicurezza" dal male e dalla necessità in cui una distorta interpretazione lo ha relegato nell'epoca contemporanea. Allo stesso tempo, vengono delineati i termini e le modalità di relazione del rapporto identità-alterità e, indirettamente, le tracce per una comparazione antropologico-filosofica tra le due scrittrici.