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Malgrado la sua storia ormai quasi settantenaria, l'organizzazione, che prima veniva chiamata Comunità e oggi Unione Europea, rimane per molti versi un oggetto misterioso. Se ne conoscono, tra gli addetti ai lavori, tutte le più intricate procedure, ogni dettaglio organizzativo, ogni regola ed ogni eccezione; insomma si sa perfettamente come funzioni (e, talvolta, "non" funzioni), ma si ha una grande difficoltà a stabilire cosa sia. Nella storia dell'esperienza giuridica vi sono svariati casi in cui simili situazioni si sono verificate. Ciò è accaduto ogni qual volta l'oggetto "misterioso", cioè l'entità che si sviluppava e si osservava, non corrispondeva a nessuno dei modelli giuridici, delle qualificazioni o delle caratteristiche tipiche di quanto esistito sino ad allora. All'esistenza di fatto, pur regolata da norme, non corrispondeva una chiave di interpretazione generale, una cornice di inquadramento, persino spesso un nome. l'Europa si trova oggi in questa medesima situazione. Si sa cosa non sia (uno Stato, una federazione, una confederazione, un organizzazione internazionale classica), ma non si riesce a inquadrare che cosa sia. O meglio, se le sue peculiarità siano tali da definire un "tipo" nuovo di organizzazione, destinato a costituire un diverso modello per il futuro, o esse non rappresentino semplicemente le fasi di passaggio per giungere ad uno degli assetti già conosciuti nella storia recente.