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La teoria della classe politica, formulata da Gaetano Mosca nel 1884, si fonda sulla constatazione che in ogni società il potere è detenuto da una minoranza organizzata che, per il possesso di qualità, vere o apparenti, apprezzate in quella determinata società, si impone su una maggioranza disorganizzata e incapace di esprimere una volontà e un'azione che la indirizzino a un fine comune. A questa supremazia la classe politica deve dare una giustificazione morale e giuridica richiamandosi a un principio astratto, privo di effettiva realtà: è la "formula politica", la quale ancor più di un mezzo per assicurare l'obbedienza dei sudditi, è espressione del bisogno avvertito dagli uomini di governare e sentirsi governati anche sulla base di un principio morale.