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Il volume raccoglie scritti dedicati dall'autore nel corso di un trentennio al tema della riforma dell'insegnamento universitario e post-universitario del diritto in Italia. Dal momento della liberalizzazione degli accessi nel 1969 alla fase della maggiore autonomia delle Facoltà, quindi alle riforme legislative succedutesi a più riprese nel 1994, nel 1999-2000 e nel 2004-2005, sino al presente, molte innovazioni rilevanti sono state introdotte nell'impostazione degli insegnamenti giuridici. Ma non può dirsi ancora raggiunto un obiettivo centrale quale è quello di potenziare nella didattica universitaria le "abilità" rispetto all'apprendimento del tessuto normativo, addestrando il futuro giurista ai metodi e alle funzioni che sono al cuore del suo mestiere nell'ottica della difesa come in quella del giudizio. Alla discussione sulle riforme dei corsi universitari di giurisprudenza si collega nella seconda parte del volume l'esame dei problemi legati alla formazione successiva alla laurea, per la quale l'istituzione dal 2001 delle Scuole di specializzazione per le professioni legali, patrocinata negli anni precedenti, ha offerto un contributo importante nella direzione di una formazione comune ai futuri magistrati e ai futuri avvocati. Questi due versanti si connettono a loro volta ai temi più generali della crisi della giustizia in Italia e della funzione che l'Università potrebbe essere chiamata a svolgere nel disegnare le linee degli ordinamenti futuri in una fase storica come l'attuale.