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Il Codice del processo amministrativo, entrato in vigore nel 2010, è stato acquisito prontamente da tutti gli operatori del settore, e cioè sia dagli organi giurisdizionali che dagli avvocati. La giurisprudenza amministrativa, anche con numerose sentenze dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, ha intrapreso la consueta opera ermeneutica, volta ad individuare non solo il contenuto delle disposizioni ma anche le possibilità di ulteriore sviluppo del processo amministrativo, al fine di garantire al meglio la tutela giurisdizione nei confronti dell'amministrazione. Il legislatore è successivamente intervenuto con due decreti correttivi, approvati con d.lgs. 15 novembre 2011, n. 195, e 14 settembre 2012, n. 160, che, peraltro, non hanno compiuto scelte particolarmente incisive. Da ultimo è stato approvato il d.l. 24 giugno 2014, n. 90, convertito in legge 11 agosto 2014, n. 114: la disciplina introdotta dal decreto, finalizzato a snellire l'attività dell'amministrazione con l'obbiettivo di incidere positivamente sull'economia, ha interessato in più punti il processo amministrativo. Tutto questo ha comportato la necessità di una revisione del manuale, al fine di renderlo aderente alla disciplina vigente, senza, peraltro, dimenticare le origini del giudizio amministrativo, che è indispensabile conoscere non solo per comprendere appieno l'esistente, ma anche per potersi proiettare verso il futuro.
