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L'espressione "previdenza contrattuale" presenta una singolarità: al suo uso diffuso si contrappone uno scarsissimo approfondimento teorico-dottrinale; come se si trattasse di un sintagma a valenza esclusivamente pratica, incapace di esprimere un significato scientificamente convalidato e una precisa tassonomia. Ancora più singolare appare tale carenza, se si pone mente alla sua struttura apparentemente ossimorica (previdenza-bene pubblico vs contratto-bene privato), che contiene già i germi della questione poi approdata alla Corte costituzionale, dell'inquadramento della previdenza complementare nell'ambito della garanzia funzionale della previdenza sociale (art. 38, comma 2, Cost.), o della libertà dell'assistenza sociale (art. 38, comma 5, Cost.). L'opera di Squeglia si propone di porre le basi e offrire spunti utili a riempire la suddetta carenza, in una fase storica in cui mostrano la corda la nozione e la funzione della previdenza sociale, sfuma il confine non solo con quella privata, ma anche con l'assistenza sociale, con la stessa retribuzione, e perfino con il contenuto non economico della regolazione dei rapporti di lavoro (si pensi alla tematica della conciliazione dei tempi di lavoro, generalmente ricompresa nell'ampia e altrettanto indefinita nozione di welfare aziendale).