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Il rapporto tra Risorgimento e religione è più complesso di quanto dicano le interpretazioni tradizionali, mai sottoposte a revisione, ed è utile tornare a riflettere sulla moderazione con cui l'Italia gestisce il conflitto con la Chiesa, a differenza di altri Paesi dove lo scontro diviene guerra di religione, aspra e senza confini. La Destra storica ammoderna il Piemonte e l'Italia, introduce la libertà e l'eguaglianza religiosa, la laicità dello Stato, cede ad asprezze e ingiustizie, ma non recide mai il cordone ombelicale con la tradizione cattolica. D'altra parte i cattolici partecipano intensamente all'impegno per l'Unità d'Italia, quando sono colpiti dalla legislazione eversiva protestano ma obbediscono alle leggi, chiedono di cambiarle, agiscono nel nuovo ordine nazionale. Il Papa identifica il proprio diritto con il principato formatosi nella storia, non vede che questo può rimpicciolire facendo ingigantire la sua figura. I liberali sottovalutano il ruolo universale della Chiesa, temono che il Vaticano offuschi il Quirinale, declassano l'uno per esaltare l'altro. Con il tempo ci si accorge che il Vaticano aggiunge luce al Quirinale e all'Italia, li illumina con la sua universalità, ed il Quirinale può assicurare al papa una amicizia essenziale agli occhi del mondo. Per questa ragione, Roma cattolica e Roma italiana si riscoprono complementari, il cammino dell'Italia dall'Ottocento alla Costituzione democratica porta ad elaborare un'amicizia con la Chiesa.