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Roma, 1909. Quando il generale Tancredi Saletta muore, la sua relazione con Eleonora Füssli, giovane vedova dell'erede del colosso tedesco Siemens, viene alla luce. Si scopre così che l'affascinante signora, animatrice nei salotti romani della Belle Époque, intrattiene relazioni enigmatiche con importanti rappresentanti dell'esercito, come Luigi Fecia di Cossato, generale e senatore, e con il generale Pollio, il successore di Saletta. E poi, incontri nei più rinomati luoghi di villeggiatura, scambi di preziosi pezzi di antiquariato... Ci sono tutti gli ingredienti perché ne nasca un caso. Che la vedova sia una spia austro-tedesca che approfitta della sua avvenenza per carpire informazioni riservate a vecchi generali? Dopo una prima eco sui giornali, il caso viene portato in Parlamento. A sostenerlo, soprattutto il repubblicano milanese Eugenio Chiesa: tipico liberale, avverso all'alleanza con l'Austria e la Germania, filo-francese, è un duro oppositore dei militari e delle spese per sostenere l'esercito, e si serve del "caso Siemens" per attaccare quel mondo che detesta. La sua interrogazione parlamentare, cui il governo si rifiuta di rispondere, fa deflagrare la tensione: Chiesa arriva a offendere l'onore di diverse persone e viene sfidato a duello ben cinque volte. Giorgio Dell'Arti ci offre il racconto tragicomico e surreale di una vicenda di cronaca che infiammò l'Italia degli anni dieci.