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Il filosofo russo Michail Bachtin riconosce ai romanzi di Dostoevskij la qualità elusiva e rara della polifonia. Da qui questo studio che definisce le radici profonde della natura polifonica, connesse alla spiritualità e al pensiero russi, per applicare questa categoria alla semiotica del cinema. La polifonia è un elemento con cui si sono confrontati gli sceneggiatori e i registi che hanno portato i romanzi di Dostoevskij sullo schermo. Ma è possibile tradurre la polifonia letteraria in un racconto audiovisivo? Quali sono le risorse del linguaggio cinematografico per mettere in scena le voci e le visioni del mondo dei personaggi? Il volume confronta tre adattamenti dei "Fratelli Karamazov" nati in contesti storico-culturali diversi: il film hollywoodiano "Brothers Karamazovdi" R. Brooks (1958), lo sceneggiato italiano "I fratelli Karamazovdi" S. Bolchi (1969) e il sovietico "Brat'ja Karamazovy" di I. Pyr'ev (1969). Le scelte, i criteri e le intenzioni degli autori sono valutate sul terreno della fedeltà alla natura polifonica dell'opera dostoevskiana in cui ogni personaggio, ogni capitolo, persino ogni parola è in perenne dialogo con tutto il resto.