Tab Article
Per Claudio Magris E.T.A. Hoffmann era "il geniale e febbrile scrittore romantico tedesco che brucia la sua vita e crea la sua opera in un brevissimo arco di anni" oltre che "il poeta di quell'enorme zona d'ombra e insieme di quella fiamma che permette di accorgersi del buio". Remo Ceserani coglieva nelle opere di Hoffmann "il procedimento narrativo delle trasformazioni o metamorfosi interiori ed esteriori dei personaggi; il continuo gioco di specchi fra apparenza e realtà e la continua messa in discussione dell'identità dei personaggi; la serie significativa di atti mancati, di turbamenti psicologici, di esperienze visionarie acute e significative, di percezioni fantastiche del tempo, dello spazio, del rapporto fra buio e luminosità; [...] la elaborazione raffinata dei temi del doppio (personaggi che si riflettono in altri personaggi che si sdoppiano avendo nomi solo leggermente diversi, personaggi che si ribaltano nella propria ombra o nella propria immagine); il tema della musica come forza trainante e sconvolgente". Sono solo due voci tra le più importanti di un coro di studiosi che, leggendo, interpretando e cercando di capire l'universo hoffmanniano, riconoscono nello scrittore la straordinaria capacità di scomporre la realtà e di sottrarla al tribunale della ragione, alla cui immagine dei lumi contrappone il lato oscuro e imperscrutabile dell'animo umano. In questo volume, come già nel precedente riservato alla vita, ai romanzi e alle fiabe di Hoffmann (Vita e Pensiero, 2015), Sandro M. Moraldo si propone di avviare il lettore a un primo contatto con i racconti del grande narratore, che è certamente lo scrittore più discusso del romanticismo tedesco e anche il più affermato.